Il gheppio

Magia e scienza, realtà e fantasia si mescolano questa sera in un racconto che è un grande grazie rivolto a Terry Pratchett.

Auguri Pterry!

Il gheppio

La magia esiste.

Non sappiamo ancora con precisione come sia entrata nel nostro universo, anche se vi sono diverse ipotesi a riguardo.

La più plausibile ritiene che, al momento del Big Bang, una particella di magia sia riuscita ad intrufolarsi nel neonato universo e successivamente, a causa dell’immenso calore primordiale, si sia in qualche modo fusa con alcune particelle della nostra realtà.

Sta di fatto che la magia nel nostro mondo non è pura e, nonostante tendenzialmente preferisca starsene appartata, talvolta si rende manifesta e lo fa attraverso la natura, permeando determinati luoghi o animali.


Un esempio è il gheppio.

Il gheppio è un piccolo falconide dal piumaggio grigio e castano punteggiato di nero.

Prima di proseguire, ritengo sia però opportuno fare una brevissima precisazione su cosa sia la magia, in quanto intorno ad essa vi sono numerose ed inopportune dicerie.

L’universo in cui viviamo è costituito da una trama (o tessuto) di realtà, costruita su precise regole fisiche, matematiche, chimiche e biologiche.

La magia altro non è che l’occasionale e circoscritta rottura della trama della realtà, ovvero, l’infrangersi di una o più di queste regole.

Ritorniamo quindi al nostro falconide.

Se ci concentriamo e pensiamo al volo degli uccelli, tendenzialmente rivedremo, nella nostra mente, un volatile attraversare il nostro campo visivo più o meno in linea retta.

Considerato il nostro campo visivo, o parte di esso, possiamo dire che un uccello in volo passa da un punto A ad un punto B in un determinato tempo.

Il rapporto tra spazio e tempo ci fornisce la velocità alla quale quel determinato uccello sta volando.

La velocità è una grandezza fisica ed, in quanto tale, è valida in qualsiasi parte dell’universo.

Anche nella più lontana delle galassie un oggetto che si muoverà da A a B percorrerà un determinato spazio ed il tempo che impiegherà ci dirà la sua velocità.

A meno che la magia non ci metta lo zampino.

Un caso evidente è appunto quello del gheppio e lo scoprì a proprie spese il giovane Mario mentre, con la sua reflex, vagabondava per i campi dietro casa in cerca di qualcosa di interessante da fotografare.

Camminava spedito, aveva fatto qualche scatto di cui non era molto soddisfatto, tra i quali uno ad un ciclista intento a cambiare la camera d’aria della mountain bike e che l’aveva pure guardato in cagnesco.

Mario era un poco amareggiato in quanto aveva deciso di partecipare ad un concorso indetto dal gruppo fotografico del suo paese, ma sentiva di non aver ancora trovato la sua fotografia, che avrebbe dovuto consegnare di lì ad una settimana.

Aveva appena superato una coppietta che camminava lentamente tenendosi per mano quando il clacson di un camion dall’autostrada lì vicina lo ridestò dai suoi pensieri.

Tirò fuori il cellulare per controllare l’ora: erano le 18.20 e alle 18.30 doveva rientrare a casa a prepararsi per la cena di compleanno dell’amico Fulvio.

Tuttavia voleva approfittare fino all’ultimo della luce meravigliosa che c’era quel giorno.

Alzò lo sguardo e vide a qualche metro di distanza un gheppio appollaiato sul ramo di un albero.

Non aveva la benché minima idea di che uccello fosse, ma era attratto dal quel piumaggio così caratteristico.

Prese la reflex e cominciò ad avvicinarsi.

Il gheppio ruotò la testa in direzione di Mario, ma non sembrava affatto intimorito dalla sua presenza e dal fatto che si stesse furtivamente avvicinando.

Mario continuava ad avvicinarsi fino a quando non accadde qualcosa di… beh, magico appunto.

Il gheppio spiccò il volo e dopo qualche metro… si fermò… in volo.

Continuava a sbattere le ali, ma senza muoversi.

Mario si arrestò a sua volta.

Non riusciva a credere a quanto stava osservando: un uccello… fermo in volo.

Rimase immobile ed incredulo ad osservare il volatile sospeso in aria fino a quando quello riprese a muoversi volando via verso un boschetto lì vicino.

Mario si scoprì con la reflex a mezz’aria senza aver scattato neppure una foto.

Guardò l’ora: le 18.25.

Caspita, era già tempo di rientrare a casa.

Senza accorgersene era rimasto per cinque minuti a fissare il piccolo rapace immobile nel suo non-volo.

Si voltò per tornare a casa e vide che la coppietta si trovava ancora dove l’aveva superata ed aveva appena ripreso a passeggiare.

Ecco la magia di cui il gheppio è portatore.

Agisce su una grandezza fisica, la velocità, dalla quale toglie lo spazio lasciandovi solamente il tempo.

Il tempo scorre, ma il gheppio in volo non percorre distanza alcuna.

E la magia si propaga, andando ad incantare anche chi si trova nelle vicinanze.

Mario stava avanzando verso il gheppio quando si ritrovò immobile.

Trascorsero cinque minuti senza che lui se ne accorgesse e senza percorrere neppure mezzo metro.

Lo stesso avvenne con la coppietta dietro di lui.

Stavano tranquillamente conversando e sussurrandosi dolci parole quando videro Mario immobile a fissare qualcosa per aria.

Si fermarono anch’essi cercando di capire cosa poteva aver attratto a tal punto l’attenzione del ragazzo quando videro il gheppio.

E caddero così vittime dello stupore e dell’incanto dinanzi all’uccello che vola senza volare e si ridestarono solamente quando questi si allontanò con due rapidi battiti d’ala.

Ripresero quindi anch’essi a camminare chiedendosi l’un l’altra che razza di animale potesse essere, quando vennero superati dal ciclista che avevano incrociato poco prima.

Poco dopo salutarono Mario mentre rientrava a casa con in viso un’espressione indefinita tra lo stupore e la curiosità.

Come accennato poc’anzi la magia nel nostro universo non è pura, in quanto è legata alla nostra realtà.

Per quanto quindi la sua presenza comporti la rottura di una legge di natura, sia essa fisica o di altro genere, anch’essa ne rimane in qualche modo influenzata.

Prendiamo sempre l’esempio del gheppio e del giovane Mario.

La magia del rapace andò ad influenzare il ragazzo che si trovava lì vicino, dopodiché raggiunse anche i giovani innamorati che erano rimasti più indietro.

Il ciclista venne solo vagamente incantato, in quanto, vedendo i giovani immobili, pensò solamente: “cazzo guardano?”.

La magia non non ebbe invece effetto alcuno su Guido il camionista, che continuava a suonare alla panda che gli stava davanti e che procedeva ad una velocità fastidiosamente ridotta.

Possiamo quindi affermare con un certo grado di certezza che nel nostro mondo la magia subisce gli stessi effetti di altri fenomeni fisici, quali ad esempio il suono: decade con la distanza.

Questo probabilmente a causa del mezzo nel quale si propaga.

Nell’aria può avere effetto per decine di metri, in acqua non lo sappiamo, ma considerata la differenza di densità, possiamo presumere che l’incanto decada dopo pochi metri.

Si suppone inoltre che l’incantesimo del gheppio abbia un effetto vagamente gravitazionale, in quanto attira su di sé gli sguardi delle persone.

Questo spiegherebbe anche perché il ciclista, nonostante la relativa vicinanza, non sia caduto vittima dell’incanto.

Muovendosi a velocità superiore rispetto ai ragazzi a piedi, non risentì infatti dell’effetto gravitazionale dell’incantesimo, allo stesso modo in cui un corpo celeste, raggiunta la sua velocità di fuga, non risente del campo gravitazionale di un pianeta cui passa nelle vicinanze.

Possiamo ritenerci fortunati a non abitare in un universo di pura magia, in quanto in quel luogo gli incantesimi non decadrebbero, ma continuerebbero a propagarsi indefinitamente e non possiamo neppure immaginare che confusione vi sarebbe.

Probabilmente non esiste neppure nessuno che lo possa testimoniare, dato che in un universo del genere la vita non potrebbe esistere.

Magia e caos non sono compatibili con la vita, che invece richiede un certo grado di ordine.

Ma, fortunatamente, non viviamo neppure in un universo di solo ordine: che gran noia sarebbe. Ringraziamo quindi per quel pizzico di magia che ogni tanto, nelle giuste dosi, ci scombussola le giornate.

Terry Pratchett (28 aprile 1948 – 12 marzo 2015) – Fonte: LaPresse