I Grigi

Non sapevano da dove fossero venuti.

Girava voce dall’altra parte del mare.

Alcuni dicevano che erano fuggiti (o erano stati liberati?) da qualche campo di prigionia, altri che erano frutto di qualche strano incrocio.

In ogni caso, dal momento in cui erano arrivati, avevano cominciato ad invadere le loro terre.

Si erano insediati nei loro paesi, nelle loro foreste e, in breve tempo, li stavano portando verso l’estinzione, impadronendosi di tutte le risorse disponibili.

Avevano provato a combatterli, ma senza successo.

I Grigi, così li chiamavano, erano più grandi, più forti, più violenti.

Sul piano fisico non vi erano speranze.

E, come se non bastasse, avevano portato con sé nuove malattie.

La situazione era disperata.

Non vi era alcun modo di uscirne se non sperando in un aiuto dall’alto.

Il giovane era in cerca di cibo.

Aveva fame, una sensazione che negli ultimi anni aveva provato sempre più spesso.

Aveva abbandonato la famiglia per lasciare una bocca in meno da sfamare e stava cercando un posto nuovo dove potersi sistemare, magari lontano dai Grigi.

Quel giorno stava muovendosi da ore, quando ad un tratto si trovò in prossimità di un tunnel.

Era lungo ed era buio e, nonostante ogni pelo del suo corpo gli dicesse di non entrare, la curiosità di dare un’occhiata dentro era troppa.

Magari avrebbe trovato qualcosa di utile.

Entrò nel tunnel e cominciò a percorrerlo.

Ad un certo punto si accorse che non aveva via di uscita.

Stava per voltarsi quando vide qualcosa proprio in fondo alla galleria.

Era… non poteva crederci.

Si mise a correre per afferrarla quando avvertì una sensazione strana.

Non era solo.

Si voltò e vide una sagoma scura all’ingresso del tunnel.

In controluce riusciva a distinguere alcuni particolari della silhouette.

Notò le orecchie.

E notò che era grande.

La figura avanzò, dapprima lentamente e poi correndo.

In breve gli fu addosso.

Il giovane tentò disperatamente di difendersi, ma quello continuava a morderlo ed a colpirlo con gli artigli.

Rotolarono a terra, poi il giovane riuscì a divincolarsi ed a correre verso l’uscita.

Stremato, si voltò ad osservare il Grigio.

Questi lo fissava immobile, poi andò a prendere il suo bottino.

Non appena lo colse, il giovane udì un improvviso rumore.

Guardò verso l’altro e si scansò appena in tempo.

Una saracinesca scese chiudendo l’entrata del tunnel con all’interno il suo nemico.

Sentì dei passi e corse via.

“Mario! Mario venga! È scattata!”.

“Eccomi, arrivo. Cos’è un grigio o un rosso?”.

“Direi… grigio”.

“Fammi dare un occhio”.

La guardia ecologica prese in mano la trappola ed osservò con attenzione lo scoiattolo all’interno.

“Sì, è un grigio. Bravo Matteo. Da cosa l’hai capito? Il colore con questa luce non si distingue benissimo”.

“Dalle orecchie. Non ha i ciuffetti auricolari, che invece hanno i nostri scoiattoli rossi. Come quello là”, rispose il giovane laureando indicando lo scoiattolo che li osservava da sopra un ramo.

“Bravo, segnalo sulle schede. Siamo a due grigi oggi. Carichiamo anche questo in macchina. E guarda il nostro amico là sul ramo. Non sembra che ti ringrazi?”.

“Suvvia Mario, non esageriamo”, rispose il ragazzo.

Eppure, ringraziare, era esattamente quello che il giovane Ghianda, dall’alto del ramo, avrebbe voluto fare.