Il barbagianni

Era circa mezzanotte e quaranta quando un tonfo dal cortile svegliò la signora Martina.

“Giovanni. Giovanni, svegliati!”, sussurrò decisa al marito, “ho sentito un rumore da basso”.

“Hm… sarà il solito rompiscatole”.

“E se fosse un ladro? Va a controllare dalla finestra”.

“Ossignore…”.

Il signor Giovanni barcollante si diresse verso la finestra e sbirciò di sotto.

Vide del movimento tra i cespugli sotto la tettoia e delle piume sparse qua e là.

Con un sospiro, se ne tornò a letto.

“Cos’era?”, chiese la moglie.

“Niente, il solito barbagianni”.

Il signor Giovanni fece appena in tempo ad infilarsi sotto le coperte quando entrò la figlia Susanna.


“Papà. Papà svegliati. Ho sentito un rumore di sotto”.

“Era il barbagianni. È caduto di nuovo. Torna a dormire”.

La piccola Susanna si inerpicò sul letto e si sdraiò in mezzo ai genitori.

“Ma perché cade?”, chiese al papà.

“Perché è tonto”.

“Tutti i barbagianni sono tonti?”.

“Non lo so. Il nostro sì. Vai a dormire che è tardi”.

“Ma perché cade?”.

“Hm… cade per via dell’orologio qui davanti”.

“L’orologio della torre che hai riparato?”.

“Sì quello”.

“E cosa gli fa l’orologio?”.

“Lo confonde”.

“Perché?”.

“Basta fare domande, è ora di dormire. Torna in cameretta”.

“Giovanni”, intervenne la moglie, “se la smettessi di rispondere a monosillabi e le dessi una risposta più articolata ed esaustiva, la sua curiosità sarebbe appagata, non trovi?”.

Due contro uno era una sfida decisamente impari.

Il signor Giovanni si tirò su appoggiando la schiena alla testiera del letto e stropicciandosi gli occhi con il dorso delle mani.

“Va bene, almeno domani è sabato. Dunque, la casa in cui siamo venuti ad abitare era la casa dove è nato e vissuto tuo nonno, il papà del tuo papà, che era un contadino e si trova in un’antica cascina”.

“Giovanni, anche se evitassi di partire da Adamo ed Eva, eh. Su che è tardi”.

Con un sospiro, il signor Giovanni proseguì.

“In queste vecchie cascine si rintanano spesso alcune specie di rapaci notturni, tra i quali il barbagianni.

Sono animali che si nutrono prevalentemente di topi, che qui in campagna e in cascina abbondano. Quindi il fatto che ci sia il barbagianni non è male”.

“E l’orologio?”.

“L’orologio della torre era quello che scandiva il tempo del lavoro nella cascina e nei campi. Ma non funzionava da tempo. Solo negli ultimi mesi sono riuscito a dedicarmici, pulendo e sistemando tutti gli ingranaggi e Lunedì sera dopo il lavoro l’ho fatto ripartire”.

“E il barbagianni?”.

“Il barbagianni arriva sul tetto intorno a mezzanotte ed evidentemente d’essere rimasto affascinato dalle lancette che si muovono. Si mette a fissarle finché ad un certo punto cade”.

“E perché cade?”.

“I barbagianni, come gli altri rapaci notturni, hanno gli occhi frontali e non laterali. Gli occhi sono immobili, non possono ruotarli. Quindi per vedere devono per forza muovere tutta la testa. Il sistema di piume che hanno intorno al capo gli permette di convogliare i suoni verso le aperture auricolari. Ci sentono benissimo, come se avessero un radar. Dopodiché, rimanendo fermi, ruotano la testa verso il punto da cui proviene il suono per vedere cosa effettivamente lo ha prodotto.

Possono ruotare la testa fino a 270 gradi. Te non potresti farlo perché non hai un sistema di vertebre che permettono tale movimento ed inoltre il vaso sanguigno che ti va alla testa è troppo corto ed un movimento del genere lo strozzerebbe interrompendo l’afflusso di sangue al cervello.

Il barbagianni invece, come i gufi e le civette, hanno un vaso che si inserisce nel collo in un punto più alto, che quindi gli permette di avere più gioco e di non rimanere strozzato durante la rotazione.

Il nostro barbagianni cosa fa: rimane incuriosito dalla lancetta dei minuti che si muove e, tenendo il corpo fermo, muove la testa seguendo la corsa della lancetta, in modo che per lui rimanga sempre a ore dodici, ossia verticale. Mezzanotte e cinque, gira la testa, mezzanotte e dieci, gira la testa, mezzanotte e un quarto, gira la testa, mezzanotte e mezza, gira la testa, mezzanotte e trentacinque, si bilancia a cade”.

“Oh. Si fa male?”.

“No, cade prima sulla tettoia e poi finisce tra i cespugli. Poi si riprende e va a caccia. Domani sarà la stessa storia”.

“Come fai a saperlo?”.

“Martedì notte avendo sentito il tonfo sulla tettoia sono uscito a vedere se c’era qualcuno in giro, poi l’ho visto uscire dal cespuglio. Mercoledì mi sono appostato fuori per capire che combinava e per quaranta minuti sono rimasto ad osservarlo osservare la lancetta dei minuti”.

“Ok grazie”, disse la bambina, “Vado a vedere se le piante hanno ancora sete”.

Saltando giù dal letto corse in salotto.

Il signor Giovanni, si sdraiò sul fianco e chiuse gli occhi.
“Le porto a vivere in campagna, che c’è bisogno del contatto con la natura”, pensò tra sé e sé, “ che idea del cazzo che ho avuto”.

Il barbagianni, di Giulia Colombo
(Instagram: giuliacolombo_design)