Il quinto cadavere

“Avrà usato questo spago”, disse mostrando il pezzo di filo al fedele compare.

“Penso proprio di sì”, rispose l’altro.

“Che fine orribile”, riprese fissando la figura senza vita appesa allo stendino.

“Lo prenderemo quel criminale. Solo che ogni volta è un passettino davanti a noi”.

“Già, è veramente in gamba”.

“Come avrà fatto ad appenderlo in quel modo?”.

“Non ne ho idea”.

“Lo spago deve averlo tagliato con queste forbici. Le porto via per analizzarle, magari ci saranno delle impronte digitali”.


“Non ci saranno, esattamente come le altre volte. Però sì, conviene ugualmente tentare. Chi lo sa magari per una volta saremo fortunati”.

“A quanti siamo arrivati?”.


“Con questo sono cinque”.

“Cinque morti. E questa così plateale. Si sta prendendo gioco di noi”.

“Non ancora per molto. Prima o poi commetterà un errore e sarà nostro. Tu continua a sorvegliare verso est. La scia di vittime si sta spostando verso il porto”.

“ E tu che farai?”.


“Andrò nuovamente a mettere sotto torchio quello del bar. Sono convinto che ci sta nascondendo qualcosa. Non abbiamo più tempo da perdere. Gli farò sputare tutto quello che sa”.

“D’accordo. Sicuro che non vuoi che venga con te Batman?”.

“Sì Robin. Ci rivediamo alla Batcaverna”.

“Luca, Davide!”.

“Sì mamma?”.

“Vostra sorella ha detto che le avete ancora rubato il suo orsetto. Riportateglielo immediatamente o niente merenda”.

Luca si affrettò a recuperare l’orso che ancora penzolava dallo stendino e si avviò di buona lena verso la cucina, ma non prima di essersi avvolto nel suo oscuro mantello, la vecchia tovaglia blu.

The Batman, sketch di P.